La Direttiva Europea sulle Prestazioni Energetiche degli Edifici, nota anche come Direttiva “case green” o EPBD (Energy Performance of Buildings Directive), è un pacchetto di norme proposto dall’Unione Europea per promuovere la ristrutturazione e la costruzione di edifici ad alta efficienza energetica. Il suo obiettivo principale è ridurre i consumi energetici e le emissioni di CO2 del parco immobiliare nei 27 Stati membri dell’UE.
Attualmente, gli edifici sono classificati in base alla loro prestazione energetica, che è fondamentale per valutare il consumo energetico di un edificio e realizzare significativi risparmi energetici. L’Attestato di Prestazione Energetica (APE) è il documento obbligatorio che certifica il consumo energetico di un edificio ed è richiesto per le transazioni immobiliari in molti paesi europei.
La Direttiva “case green” stabilisce obiettivi specifici per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici. Ad esempio, gli edifici residenziali dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e la classe D entro il 2033. Gli altri tipi di edifici dovranno raggiungere la classe E entro il 2027 e la classe D entro il 2030. Inoltre, a partire dal 2028, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero.
La direttiva richiede agli Stati membri di presentare piani nazionali per la riqualificazione energetica degli edifici, concentrandosi inizialmente sul 15% degli edifici più energetivori. Questo piano prevede una riclassificazione energetica dell’intero patrimonio immobiliare, partendo dagli edifici residenziali fino ad arrivare a quelli con altre destinazioni d’uso.
L’obiettivo principale della direttiva è stimolare le ristrutturazioni energetiche degli edifici in tutta Europa, al fine di migliorare il comfort abitativo, ridurre i costi energetici, combattere la povertà energetica e ridurre l’inquinamento atmosferico. Ridurre le emissioni di CO2 provenienti dagli edifici è un passo cruciale per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica entro il 2050.
Tuttavia, la direttiva ha sollevato alcune controversie, soprattutto in paesi come l’Italia, dove una parte significativa del patrimonio edilizio è stato costruito prima del 1990 e richiederebbe tempi e costi considerevoli per adeguarsi agli standard energetici richiesti. Alcuni critici sostengono che i tempi previsti dalla direttiva non siano realistici e potrebbero comportare la perdita di valore degli immobili non conformi.
Attualmente, la direttiva si trova nella fase finale del processo legislativo e i negoziati del Trilogo, in cui i rappresentanti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione discutono per raggiungere un accordo sul testo finale. Il Trilogo decisivo è previsto per il 31 agosto 2023.
In conclusione, la Direttiva “case green” è un importante passo avanti per promuovere la sostenibilità e l’efficienza energetica degli edifici in Europa. Se attuata correttamente, potrebbe contribuire in modo significativo alla riduzione delle emissioni di CO2 e alla creazione di edifici più sostenibili dal punto di vista energetico. Tuttavia, è importante considerare anche le sfide e le specificità di ciascun paese nel perseguire gli obiettivi della direttiva.